Una giornata in cui scienziati di altissimo profilo a livello internazionale, tra cui James Patrick Allison, Premio Nobel per la Medicina 2018, si sono confrontati sulle nuove frontiere della ricerca biomedica e sulle sfide per la società in cui viviamo.
Il convegno, organizzato assieme alla Fondazione Umberto Veronesi, ha visto la partecipazione di medici, ricercatori e professionisti del settore, studenti delle facoltà scientifiche, giornalisti e società civile.
Fra le prospettive più interessanti da cui guardare alla medicina del terzo millennio vi è la medicina della persona. Si tratta di un nuovo paradigma nel quale si cercano le soluzioni più efficaci per prevenire, diagnosticare e curare le malattie sulla base delle caratteristiche dell’individuo, come la genetica, l’ambiente in cui vive e lo stile di vita.
Sviluppata sulla spinta della genetica, della genomica e delle altre scienze cosiddette “omiche” (proteomica, microbiomica, epigenomica…), la medicina della persona, come tutta la medicina di precisione, è resa possibile grazie alle opportunità aperte dalla bioinformatica, dalle nanotecnologie e dalla rivoluzione digitale. Grazie a questi strumenti, infatti, oggi si può gestire un innumerevole numero di dati, esplorare in profondità le caratteristiche di un ampio numero di persone, il tutto in tempi ridotti.
La speranza è quella di saper governare questo complesso sistema di conoscenze per offrire le cure più efficaci e sicure possibili a un dato paziente in un dato momento, o a un dato gruppo di malati, nonché evitare i trattamenti inutili e ottimizzare gli approcci di prevenzione e diagnosi precoce.